di di Maria Pia Bacchielli


      
ANCONA - Una foto per ogni mese dell'anno. Leoni,  elefanti, Masai, Tuareg e Berberi, la Moschea Blu, il mercato delle spezie di Marrakech, le dune di Tammaraset, le spiagge e le marine di Formentera in Spagna. Sulla scrivania o al muro dello studio, ci fanno sognare. Miraggi di viaggi lontani a cadenzare il tempo. Alla faccia di top model e veline. A Roma, Londra, New York vanno per la maggiore e le cartolibrerie ne sono piene. Parliamo di calendari. Autore è un fotografo naturalista di Ancona, Fausto Moroni 44 anni che insieme alla moglie Barbara dal 1988 batte Africa ed Europa in lungo e largo. E' biologo all'Inrca, Barbara fa la ragioniera in una azienda privata. La passione per la fotografia li porta ad aprire un sito www.faustomoroni.it. Una casa editrice, la Lem Art Group di Milano specializzata in manifesti, cartoline e album  artistici - pubblica calendari anche per Medici senza frontiere - li contatta. Valigie sempre pronte nella loro casa di Pietralacroce. La cagnetta Pallina infilata nel trasportino e via.

       Il primo viaggio è in Kenya. L'amore per l'Africa scatta subito, quello per la fotografia arriva dopo. "Ero partito con una piccola macchina fotografica, forse una Kodak figurarsi", racconta Moroni. Autodidatta, la tecnica l'apprende leggendo qua e là ma soprattutto "guardando le foto degli altri: John Shaw e John McDonald in particolare". E chi ci pensava che quegli scatti potessero un giorno fare il giro del mondo. "Sì, gli amici dicevano: sono foto belle. Ma finiva lì". Poi l'idea di aprire un sito. "E i contatti sono arrivati".

       Il primo calendario, nel 2003, è sugli elefanti. Quindi la serie Masai, Africa, deserti e girasoli (del Conero). Per il 2007 cinque pubblicazioni con Egitto, tappeti e spezie. Quanti viaggi all'anno? In genere due di dieci giorni ciascuno. Quelli insomma che il lavoro ad Ancona permette. In borsa una vecchia Nikon F301 ancora funzionante. Ma è con la definitiva messa fuori uso della F70 che Moroni si converte al digitale. Ora usa una Nikon D200 ma rimpiange la vecchia pellicola "superiore per resa cromatica, naturalezza, profondità". Certo, con il digitale la comodità è innegabile. Le foto poi si possono ritoccare più facilmente. Ma bisogna dirlo piano perché a nessun fotografo sono concessi sotterfugi. Lo scatto è sacro. I soggetti preferiti? Paesaggi, animali ma anche volti e persone. "La foto - spiega Moroni - è isolare quello che ti interessa da tutto il resto, fermare l'istante. Si vede prima con la mente che con l'occhio. E tante immagini nascono un anno prima di scattarle".

       Leoni o modelle? E i calendari, business o costume? "Certo, le modelle vendono di più. Bravi quelli che le ritraggono, in gamba. Tutt'altro genere il mio. Per me la macchina fotografica è una sorta di terzo occhio puntato sul mondo". Alla fotografia Barbara e Fausto affiancano l'impegno sociale. A lungo sono stati in contatto con la Primary Shool di Watamu piccolo villaggio in Kenya vicino a Malindi. Inoltre,  sono in contatto con una Onlus che opera per il Madagascar (www.sunriseonlus.it). Sì, il Continente Nero li ha catturati. "E' il famoso mal d'Africa. Difficile da definire se non che ogni volta hai voglia di tornarci. Senza modificarla, se possibile, in maniera grossolana come purtroppo gli occidentali stanno facendo. La vera civiltà è far vivere le altre lasciandole evolvere secondo i propri ritmi e costumi". Ci vuole rispetto per avvicinare gli altri. Persino la foto è sempre un po' invasiva. Cadere  nella retorica è fin troppo facile. Gli animali, la natura, i contrasti sono a portata di mano eppure rimangono episodi diversi, lontani da noi. "Quando si opera in paesi di religione islamica - racconta ad esempio Moroni - bisogna essere ben coscienti della difficoltà e  della delicatezza richiesta dall'approccio fotografico. La rappresentazione della figura umana spesso non è consentita per i  vincoli imposti dalla religione locale. In alcuni casi le difficoltà si superano rapidamente perché basta un sorriso per stabilire una sorta di tacito assenso  alla ripresa; in altre occasioni invece no, la fotografia è vista  come un sopruso e si deve avere il coraggio anche di non scattare per non forzare la privacy". Ed è così che le foto di Fausto Moroni "sono foto che non vogliono essere solo guardate. Devono suscitare emozioni. Chi guarda - spiega - magari è attratto da altro e interpreta l'immagine attraverso la propria visione. E questo è il bello. Vedere quello che ognuno vuole".

      Fausto Moroni ha collaborato anche con l'agenzia fotografica Homo Ambiens, specializzata in fotografia di natura. Ha pubblicato su  diverse riviste nazionali. Parecchi appassionati di fotografia si dicono  interessati a questo genere di spedizioni. Moroni  è anche  disponibile a condividere le sue esperienze e organizzare spedizioni. Ma date un'occhiata al suo sito internet, ne vale la pena.

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