Testo e foto Fausto Moroni & Barbara Baldoni

La stagione estiva si è allungata. Metà ottobre, sono al mare e mi ritrovo a scrivere di mare, in realtà penso ad un’isola, e quest’isola mi induce a fare delle considerazione sulla Natura. Il titolo è un po’ impegnativo, ma vuole essere, come spero sia chiaro, semplicemente autoironico! Le montagne si sgretolano, i ghiacciai si sciolgono e il clima, sembra ormai inesorabilmente, sta cambiando. Per di più questo articolo lo state leggendo su una rivista il cui tema principale è tutt’altro che rappresentato da basse e piccole terre circondate dal mare. Ma un’isola non è infondo la cima di una montagna le cui pendici degradano dolcemente, o a picco, sotto il livello del mare? I montanari sorrideranno per questa affermazione, ma geologicamente parlando è comunque corretta. Le stesse Alpi sono emerse dal mare, e lo testimoniano i numerosi fossili di specie marine che è possibile trovarvi. Le isole, quindi, altro non sono se non vette di montagne sospese sul mare e le vette delle montagne, sono isole sospese nel cielo.

In questo istante, mentre scrivo e contemplo il mare, sopra di me volteggiano due aironi cenerini, non mi era mai capitato di vederli lungo la costa. Chissà dove stanno andando? Forse stupiti, ma ben consapevoli dei tempi che cambiano, modificano le loro rotte! È comunque piacevole vedere quelle traiettorie disegnate su un cielo terso che sovrasta acque cristalline dall’aspetto, chissà ancora per quanto, estivo. Il “progresso” sta modificando la natura. Eventi geologici e metereologici normalmente più lenti e meno violenti si verificano oggi con una velocità ed una furia inaspettate e l’uomo, pur essendone la principale causa, non riesce a fronteggiarli, anche perché l’unico modo per affrontarli è rappresentato dalla capacità di prevenirli. Ma questo esige un drastico cambiamento di rotta, ovvero un modo nuovo di concepire il progresso, che non deve essere più teso verso produzione e consumi sfrenati, bensì verso un più oculato utilizzo delle risorse disponibili e un più intelligente smaltimento e riciclaggio dei rifiuti prodotti.

Come i due aironi cenerini, anche noi dovremmo tracciare traiettorie nuove che segnino una drastica inversione di rotta. Summit e incontri di chi ha il potere di decidere le sorti del nostro pianeta finiscono in grandi cene per loro e in cene rovinate per noi che ascoltiamo i telegiornali. Costantemente siamo bombardati dalla notizia di un progressivo innalzamento della temperatura media terrestre che porterà inesorabilmente alla desertificazione di zone ora fertili e allo scioglimento di ghiacciai con conseguente aumento del livello dei mari che sommergeranno gran parte delle terre emerse, soprattutto isole e zone costiere. Insomma una previsione catastrofica che però non è mai seguita da interventi seri, pensati a livello globale, ma soprattutto tempestivi. Il deserto è un ambiente affascinante, eppure questa notizia non mi rallegra! In quanto alla scomparsa delle isole, che dire! Paradisi tropicali, e non solo, sarebbero cancellati insieme con uomini e culture millenarie. Una tragedia dalle proporzioni bibliche, ma non causata questa volta da un dio, ma dall’uomo. Una di queste isole, quella a cui pensavo e che mi ha indotto a certe considerazioni, potrebbe essere Formentera.

Emerge dal Mediterraneo, ed è considerata forse la più tropicale isola a trovarsi a latitudini non propriamente tropicali. Un mare cristallino, dalle sfumature che vanno dal blu profondo al celeste fino al verde, lambisce spiagge di sabbia bianca e fine. Ma Formentera ai suoi due estremi si solleva in alte scogliere a picco sul mare dove due fari avvisano i naviganti della presenza di terra. Visitarla è facile, Christian ce lo descrive molto bene, l’isola è piccola e con un motorino la si può girare in una giornata. Ma questo, che potrebbe sembrare un limite, in realtà è la sua carta vincente. Ci si accorge, all’inizio impercettibilmente ma poi in modo molto profondo, che a Formentera si può vivere in perfetta libertà e sintonia con la natura. Quella Natura che non pensiamo mai possa esserci matrigna, ma che, se non operiamo seriamente per preservarla, potrebbe riservare alle generazioni future brutte sorprese!

 

        

        

 

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