Un prezioso deserto in miniatura nel cuore del Parco dei Monti Sibillini
testo e foto Fausto Moroni
Acqua e vento hanno
lavorato per millenni
creando un paesaggio di eleganti guglie, sottili pinnacoli e maestosi torrioni
di roccia rossa. Non sono in un angolo sperduto del Sahara o del Gran Canyon,
sono alle Lame Rosse, poco lontano dal lago di Fiastra, all’interno del Parco
dei Monti Sibillini.
Arrivare qui dopo una
breve camminata attraverso
il bosco, seguendo il sentiero ombroso che costeggia dall’alto il torrente,
rappresenta un’esperienza unica e particolare. Il fiume Fiastrone, bloccato
nel suo corso naturale da un imponente diga, ha dato origine, in tempi recenti,
al lago di Fiastra, meta oggi di turisti e pescatori, ma in passato le sue
acque, libere e impetuose, hanno scavato un profondo canyon ormai ricoperto di
vegetazione e caratterizzato da strette e impervie gole, le cosiddette
“forre”.
Il sentiero, che
segue per tutta la sua lunghezza
il canyon, ad un certo punto si interrompe bruscamente, il paesaggio cambia, la
vegetazione scompare e una lingua di pietrisco rosa divide in due la scarpata.
Basta salire un po’ su per il ghiaione ed ecco che appare alla vista uno
spettacolo naturale imprevedibile. Dai frammenti di pietra rosa, che formano uno
strato cedevole sul quale è difficile camminare, emergono, improvvise e
solenni, strutture rocciose simili a lame che richiamano alla mente zone
particolari del Sahara. È solo avvicinandosi e guardandole più attentamente
che si scopre come l’erosione lavori diversamente a seconda della latitudine e
del clima e come le rocce stesse subiscano, in base alla loro conformazione e
struttura geologica, i segni del tempo. Sono ruvide e apparentemente facilmente
sgretolabili. Alle Lame Rosse vento e acqua hanno lavorato e lavorano in
completa assenza di sabbia, a differenza di ciò che è accaduto e accade nei
deserti, in cui la sabbia, sollevata e trasportata dal vento, funziona da
smeriglio e rende le rocce generalmente lisce.
Costeggiando per un
tratto una parete rocciosa
per niente levigata, ci si può avventurare fra i vari canyon fino a raggiungere
il luogo da cui originano, e vivere l’emozione della scoperta. Chissà quale
evento geologico ha generato questo particolare tipo di ambiente naturale,
completamente diverso dalla struttura geomorfologia del paesaggio circostante?
E’ come se una colata di pietra rossa avesse diviso la parete della montagna
in due, distrutto la vegetazione e impedito la sua ricrescita. Millenni di
erosione eolica e idrica hanno fatto il resto, creando l’attuale paesaggio
delle Lame Rosse, tuttora in continua evoluzione.
Chi capita al Lago di
Fiastra non può perdersi
questa escursione, arrivare in questo deserto in miniatura è poco più di una
passeggiata. Il percorso diventa più impegnativo solo per chi decide di
addentrarsi fra i pinnacoli e i torrioni percorrendo i brevi ma ripidi canyon
che li separano.
L’escursione,
andata e ritorno, richiede poche ore
ed è possibile effettuarla, quindi, sia di mattino che di pomeriggio. Neve
permettendo, in inverno è consigliabile arrivare nelle ore centrali della
giornata quando il sole, baso sull'orizzonte, illumina di taglio le cime delle
guglie. I periodi migliori sono comunque sono
primavera, estate e autunno. Chi
vuol godersi questo piccolo ma nello stesso tempo imponente panorama per qualche
ora, può portarsi un frugale pasto al sacco, lasciandosi così per la cena il
piacere di gustare i diversi piatti tipici in uno dei ristoranti sulle rive del
lago, o nel piccolo borgo di Fiastra. Il pranzo al sacco è consigliabile anche
se, una volta ammirate le Lame Rosse, si decide di proseguire per completare
tutto il percorso.
Oltrepassato il ghiaione, si riprende il sentiero nel bosco che conduce alla Grotta dei Frati, altro luogo di particolare interesse della zona. Superate, con qualche difficoltà, le varie forre, si esce dal canyon creato dal fiume Fiastrone e il paesaggio si apre finalmente nell’ampia vallata che arriva fino al mare.
Il fiume Fiastrone, un tempo chiamato Flusor, nasce alla fonte del Fargno, non lontano da Bolognola. A San Lorenzo di Fiastra una diga, ultimata nel 1952, sbarrandone il corso ha riempito un invaso dando origine al lago artificiale di Fiastra. Il torrente, la cui portata è attualmente controllata dalla diga, scorre oggi sul fondo di un ampio canyon scavato in milioni di anni tra il monte Fiegni e il monte Corvo. In alcuni tratti il canyon si restringe in strette gole, le forre, attualmente praticabili anche a piedi. Nel caso si voglia percorrere tutto il sentiero, è bene informarsi su giorni e orari in cui vengono aperte le chiuse, in modo da non lasciarsi sorprendere dal suono delle sirene che annunciano l'imminente arrivo dell'onda di piena. Consigliato anche abbigliamento da montagna e scarponcini da trekking.