Nikon F 70. Obiettivo: Sigma AF D 170-500 mm f5-6.3 Apo Asf. Pellicola invertibile Kodak SW 100 ISO.

Questa immagine è "l'immagine incriminata". Perché? Perché è la mia prima foto che ho visto stampata in una rivista. È lei che mi ha dato quella spinta emotiva a continuare a "scattare", ma soprattutto a migliorare il mio modo di fare "fotografia". La mia evoluzione fotografica parte da questa foto, tutto quello che è venuto poi, il presente sito internet, le altre pubblicazioni e tutte le altre foto, nascono metaforicamente da questa immagine, da questo soggetto, al quale sono quindi particolarmente legato.

Per il fotografo naturalista, tuttavia, ogni soggetto ha una sua storia, che si intreccia e si fonde per tutto il tempo della sessione delle riprese, che può durare anche più giorni, con la storia del fotografo stesso. Il legame che si instaura, difficile da definire e forse ancor più difficile da comprendere, si rinnova poi ogni volta che si osservano le foto scattate. Le cose cambiano, ma quelle immagini sono li a suggellare un'unione che non potrà mai più essere spezzata.

Quel cucciolo, a distanza di quasi quattro anni, sarà ora un ghepardo adulto e a me piace pensarlo libero e selvaggio, seduto su un vecchio termitaio abbandonato a scrutare l'orizzonte, infinito, della savana!

Questo il commento alla foto pubblicata sulla rubrica "Ingresso libero" della rivista "Fotografia Reflex" dicembre 1998: "Ho scattato questa fotografia verso le 5.30 del pomeriggio dopo circa tre ore di ricerca al Masai Mara Nationale Game Reserve in Kenya. Si stava avvicinando il tramonto e il cielo era percorso da rapide nubi che a volte coprivano il sole. Non è stato facile far coincidere la luce giusta con l'espressione del cucciolo. Come spesso accade nella caccia fotografica, pazienza e prontezza fanno lo scatto"! Per la migliore stabilità, Moroni ha appoggiato fotocamera e zoom (alla massima focale) su sacchetti di sabbia ed ha usato lo scatto flessibile per evitare il rischio del più impercettibile mosso.

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