Leonessa che sbadiglia, Masai Mara, Kenya. Al Masai Mara incontrare leoni non è difficile, anche se in questi ultimi anni pare siano diminuiti. Ricordo il safari del ’96, bastava uscire dal lodge per incontrarli e poteva capitare, di notte, di sentire i loro ruggiti, inquietanti brontolii che si disperdono nei mille suoni notturni della savana. Pare si siano allontanati a causa dell’aumentato numero di villaggi masai, e i leoni hanno paura dei masai! Tuttavia non incontrarli è impossibile. E allora dopo qualche minuto di pista, eccola la, ai confini tra bush e savana, una famiglia di una decina di leoni si sta riposando, tra giochi e scaramucce dei cuccioli più piccoli.

In questi casi non si sa bene dove puntare l’obiettivo. Scattare a mano libera utilizzando obiettivi di lunghezza focale elevata è da evitare poiché si otterrebbero solo immagini mosse, e poi dal momento in cui abbiamo notato una scena particolare all’attimo in cui siamo pronti a scattare intercorre sempre un intervallo di tempo per cui la scena è già terminata. La cosa migliore è posare la fotocamera su un sacchetto di sabbia, puntare l’obiettivo su qualche esemplare e attendere. In questo caso l’attesa è stata premiata, anche se la scelta di quella leonessa non è stata casuale: avevo notato che muoveva la bocca in modo appena percettibile e quando ciò si verifica prima o poi spalancherà completamente le fauci. E così è avvenuto.

Per bloccare un movimento così improvviso e  rapido è necessario non perdere mai la concentrazione e utilizzare un tempo di scatto molto veloce. In questo caso avevo impostato la macchina con un tempo di 1/500 di secondo a f 5.6 su Kodachrom 64 ISO. Ho effettuato una raffica di quattro scatti consecutivi e in quello che vedi la bocca della leonessa è alla sua massima apertura.

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